Il 19 giugno 2025, Ubisoft ha inserito nel suo rapporto annuale una dichiarazione che ha subito fatto discutere: secondo l’azienda, introdurre le microtransazioni in giochi single-player a prezzo pieno “renderebbe l’esperienza più divertente”. L’idea è offrire opzioni per la personalizzazione dell’avatar o una progressione più rapida, sempre definite opzionali.
Il contenuto del report Ubisoft
Il documento ufficiale per gli azionisti afferma che Ubisoft adotta “politiche di monetizzazione e coinvolgimento rispettose dell’esperienza del giocatore, sostenibili nel lungo termine”. Nel testo si precisa che:
“La regola d’oro nei giochi premium è permettere di godere appieno del gioco senza spese aggiuntive. Le microtransazioni rendono l’esperienza più divertente, offrendo libertà di scelta, ma restano opzionali.”
Reazioni della stampa e del pubblico
La stampa specializzata ha definito la dichiarazione un tipico caso di spin aziendale. TechRadar ha messo in evidenza il fatto che giochi come Assassin’s Creed Shadows, Star Wars Outlaws e Skull and Bones offrono microtransazioni anche nella versione completa, venduta a circa 70 € (TechRadar).
Windows Central ha definito questa frase aziendale “una delle peggiori nella storia dei videogiochi”, per l’enorme distacco dalla percezione reale dei giocatori (Windows Central).
Su Reddit un giocatore ha commentato:
“Le microtransazioni non rendono i giochi più divertenti. Rendono solo più sopportabile un gameplay reso noioso apposta.”
Anche su Twitter/X emergono commenti duri verso Ubisoft, definita più una “macchina da soldi” che un’autrice di esperienze di intrattenimento.

Titoli implicati
Questi sistemi sono presenti in giochi come Assassin’s Creed Shadows, Star Wars Outlaws, Far Cry 6 e Skull and Bones. Già nel 2017 Ubisoft aveva avviato la tendenza con Assassin’s Creed Origins, offrendo “time‑savers” e booster, una prassi poi ampliata nei capitoli successivi.

Strategia economica e numeri
Secondo analisi di settore, nel 2024 circa il 58% delle entrate PC di Ubisoft proveniva dalle microtransazioni (GamesRadar). Questo modello risponde ai costi di sviluppo elevati di titoli AAA, spesso superiori ai 200 milioni di euro (TechRadar).

Aspetti etici e regolamentari
Critici e autorità in Europa e Stati Uniti stanno valutando se sistemi come loot box e microtransazioni possano essere assimilabili a forme di gioco d’azzardo, soprattutto se coinvolgono minorenni (Wikipedia – Microtransaction).
Il dibattito principale verte su come bilanciare sostenibilità economica e rispetto dell’esperienza dell’utente, evitando di trasformare giochi completi in fonti di spesa continua.
Conclusione
La parola di Ubisoft – “le microtransazioni rendono più divertente un gioco già acquistato” – ha probabilmente esacerbato il malcontento tra i giocatori. È comprensibile voler coprire i costi elevati, ma il pubblico chiede equilibrio, trasparenza e rispetto del valore del prodotto.
Tu cosa ne pensi? Le microtransazioni nei giochi single-player sono un’opportunità o una trappola economica? Scrivilo nei commenti!
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Un commento
Le microtransazioni su un titolo venduto a prezzo pieno servono solo come rimedio ad un problema creato ad hoc, come dire, ti vendo la casa come completa e ristrutturata, ma se vuoi le porte che si chiudono devi pagarmi un extra, e se vuoi anche la serratura c’è il pacchetto premium. Ma insomma?