Mentre che qui in Italia siamo presi sulla questione tra il capobranco dei paguri e i suoi panini, in Europa e nel mondo, un’altra storia sta facendo ben parlare di se: Si tratta dell’iniziativa “Stop Destroying Games“.

Ne avevamo già parlato nell’articolo su Anthem ma la questione ha generato un effetto quasi del tutto inaspettato, facendo schizzare le adesioni ben oltre il milione richiesto.

Ci fa inoltre onore il fatto che l’Italia abbia abbondantemente superato la quota minima richiesta per il paese.

Significato reale dell’iniziativa
L’iniziativa intende imporre agli editori di lasciare in uno stato funzionale (giocabile) i videogiochi che vendono o concedono in licenza (o le collegate funzionalità e risorse che vendono per i videogiochi che trattano) ai consumatori dell’Unione europea.
Ci siamo lentamente abituati ad una meccanica via via sempre più invasiva come quella dei “contenuti a tempo“, videogiochi, ma anche i servizi a consumo come streaming, noleggi a lungo termine e così via, tant’è che ormai non possediamo più nulla.
Nemmeno i giochi su Steam che crediamo essere nostri al 100%, in realtà paghiamo una licenza d’uso che può interrompersi in qualsiasi momento, virtualmente, finchè Valve esisterà e deciderà di supportare il proprio store, ma questo è un caso limite, in quanto si tratterebbe di un evento talmente catastrofico il quale ne diventerebbe l’ultimo dei problemi, infatti, nonostante questa situazione, Steam si impegna a rendere comunque sempre disponibili, sebbene solo a chi ne abbia regolarmente fatto acquisto in passato, il download di giochi dismessi e non più supportati, come il caso di Test Drive Unlimited 2 o di Rusty Hearts, due giochi che ho in libreria e che hanno subito la triste sorte della chiusura dei server.
Infatti, se per il secondo purtroppo, non c’è nulla da fare per quanto riguarda il poterlo giocare senza un ausilio esterno (Esiste il progetto Rusty Hearts Revolution, di cui parleremo più in la), il primo comprende comunque una modalità Single Player funzionante, inoltre, come per Rusty Hearts, un progetto comunitario è tutt’ora esistente anche per TDU 2, (Project Paradise 2, anche di questo, ne parleremo in un altro articolo)
In entrambi i casi, purtroppo, c’è il problema di non poter più acquistarne una copia digitale in quanto rimossi dallo store, ma si apprezza un piccolo tentativo di preservazione, premiato dallo sforzo della comunità che tutt’ora cerca di prolungarne la vita per chi almeno, in passato, ha acquistato tale gioco.
Caso diverso invece si può notare con Gran Turismo Sport, che il 31 gennaio 2024 cedette le armi con la chiusura dei server, ma con una conversione totale del game play da online a offline e la trasposizione dei salvataggi in locale.
Certo, le limitazioni sono tante, tanto da suonare quasi come una paraculata, ma almeno si è apprezzato lo sforzo di non renderlo completamente inaccessibile.
Fonte: Reddit – About GT Sport after the server closed down
Nello specifico, punta a impedire che gli editori possano disattivare da remoto i videogiochi prima che siano forniti mezzi ragionevoli per mantenerli in funzione senza coinvolgere gli stessi editori.
Il precedente più rumoroso della storia è sicuramente quello di “The Crew“, gioco venduto a prezzo pieno, con la condizione di una connessione a internet permanente.
Non entro in merito ai dettagli sull’impatto sulla comunità riguardo questa decisione in quanto piuttosto controversa, ma sebbene il gioco avesse tutte le carte in regola per essere un single player a tutti gli effetti, la decisione di una connessione permanente poteva essere un buon deterrente per l’antipirateria, sebbene andasse a scapito di chi non avesse una connessione stabile, si parla pur sempre di 10 anni fa, la fibra ottica era un appannaggio per pochi.
Tuttavia, con il suo fine ciclo vita, Ubisoft si è macchiata di un comportamento che è stato visto come una grave mancanza di rispetto nei confronti dei videogiocatori, rendendo di fatto impossibile persino da scaricare avendolo non solo de-listato da catalogo, ma anche dalla libreria di Uplay.
Inoltre, non è stato nemmeno tentato uno sforzo di conversione a single player, eppure, al tempo si speculò sul fatto che una modalità completa di single player/offline fosse realmente presente tra i codici di gioco con tanto di salvataggio in locale, ma che fosse semplicemente disattivata.
Fonte: Discussione Steam – Offline Mode is in the game
L’iniziativa non intende acquisire la proprietà di tali videogiochi, dei diritti intellettuali associati o dei diritti di monetizzazione, né si aspetta che l’editore fornisca risorse per il suddetto videogioco una volta interrotto, lasciandolo in uno stato ragionevolmente funzionale (giocabile).
Ed è qui che fa leva la petizione, permettere la possibilità che il gioco in questione possa rimanere giocabile come GT Sports o supportato dalla comunità, un po’ come con gli esempi sopra citati di TDU2 o Rusty Hearts.
L’idea è quella di avere i mezzi ed il tempo di poter permettere una preservazione del videogioco anche dopo la sua “chiusura”, in quanto si tratta pur sempre di un prodotto che ha visto impegno, investimenti in termini di denaro e sforzi da parte di sviluppatori che vedono il proprio progetto morto, ridotto ad una mera voce sul curriculum.
Oltre al danno, la beffa, ma da quanto tempo è così?
Sappiamo tutti che tutto questa situazione, come anche citato sopra, ha avuto forte risonanza mediatica dopo il caso di Anthem, eppure, Ubisoft, già colpevole per la questione The Crew, adesso è tornata a far parlare di se per una clausola sull’accordo di licenza con l’utente finale, per gli amici EULA, che sembra quasi voler prendere in giro il consumatore.

Ovvero tradotto:
L’EULA è valido dalla data di acquisto, download o utilizzo del Prodotto, a seconda della prima, fino alla sua risoluzione secondo i termini dello stesso. Tu e UBISOFT (o i suoi licenziatari) potete recedere dal presente EULA in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo. La risoluzione da parte di UBISOFT sarà effettiva al momento (a) della comunicazione all’Utente o (b) della chiusura del Suo Account UBISOFT (se presente) o (c) al momento della decisione di UBISOFT di interrompere l’offerta e/o il supporto del Prodotto. Il presente EULA cesserà automaticamente in caso di mancato rispetto da parte dell’Utente di uno qualsiasi dei termini e delle condizioni del presente EULA. In caso di risoluzione per qualsiasi motivo, l’Utente è tenuto a disinstallare immediatamente il Prodotto e a distruggere tutte le copie del Prodotto in Suo possesso.
Fonte: Ubisoft – EULA
Eppure, questa non sarebbe nemmeno la prima volta che in un accordo, la voce di terminazione della licenza d’uso prevedrebbe l’obbligo di distruzione dei media in caso di cessazione.

Fonte: Steam – EULA Rockstar
Inoltre su Reddit confermano che altre insospettabili giochi presentano la stessa condizione in caso di cessazione della licenza, come nel caso di Final Fantasy 7 Remastered, Oblivion Remaster e così via.
In conclusione
Dunque da quanto tempo è che questa situazione va avanti sotto i nostri occhi? Sono ormai lontani i tempi in cui bastava inserire una cartuccia o un cd all’interno della nostra consolle preferita e il gioco era lì, pronto all’uso, con l’avvento del “digitale dematerializzato” nulla è più davvero in nostro possesso, nemmeno le copie fisiche.
Certo, i vecchi supporti hanno ben altri problemi di deterioramento, ma questo è un argomento per un altro articolo.
Fatto sta che con l’aumento crescente dei costi e dei prezzi, il continuo calo di qualità e il costante aumento delle aspettative e del carico di lavoro da parte degli sviluppatori, il “bel videogioco” in se sembra diventare una chimera sempre difficile da raggiungere e preservare.
Ovviamente non sono qui a dirvi di boicottare Steam o le varie piattaforme di distribuzione digitale, ma se ci tenete ad un maggiore controllo dei vostri giochi, potete fare un pensiero a GOG in quanto tutt’ora vi permette di poter scaricare e conservare i file di installazione dei giochi, il resto, ovviamente, sta alle varie case di sviluppo.
Infine, vedremo quali saranno gli effetti di questa petizione, abbiamo ancora tempo fino al 31 di luglio per poter firmare, in quanto, il superamento delle quote minime, non significa ancora un effetto immediato, anzi.