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Toshiba Portege z20t-C e Linux – Parte 1

Guardate che bello!

Questa storia ha luogo circa un anno fa, quando acquistai tramite eBay un Notebook, anzi, un Ultrabook convertibile di cui non ne ero minimamente al corrente della sua esistenza sino a quel giorno.

In quel momento cercavo un laptop dalle dimensioni relativamente contenute, massimo 12″, modelli che ad oggi a quanto pare non sono più commercializzati da nessun brand, tant’è che si parte dai 13″ in su.

La scelta inizialmente stava per ricadere sul Macbook Retina da 12″, ma non hanno la nomea di essere affidabilissimi, soprattutto i primi modelli che si trovano tutt’oggi a basso costo (relativamente, si parla pur sempre di un Mac), mentre chi ha gli ultimi modelli se li tengono piuttosto stretti… buona fortuna nel trovarlo a meno di 500€, e che sia in condizioni accettabili.

Per soli 150€ mi sono portato a casa un Toshiba Portege z20t-C, (prezzo di listino nel 2017: circa 1800€), non era prfetto, aveva la tastiera francese, graffi sparsi qua e la ma nel complesso funzionava, e anche piuttosto bene.

Di fatto era letteralmente un tablet con una tastiera e questa natura non poteva permettergli delle specifiche al top, inoltre l’età non giocava a suo vantaggio, 2017 circa, ma qualitativamente era davvero ben costruito e le sue dotazioni/finiture quasi non si trovano nemmeno sui portatili di fascia media odierni.

Specifiche tecniche

In dotazione c’è pure un pennino minuscolo

Schermo IPS Full HD con touchscreen multitouch fino a 10 punti da 12,5″ anti riflesso, tastiera retroilluminata, modem 4G (non disponibile su tutti i modelli, ho avuto fortuna) e supporto per SSD M2 NVME… ora cosa normalissima oggi, ma si parla pur sempre di quasi 10 anni fa, lo so che sembra ieri… facciamocene una ragione.

Questo modello specifico usciva con un ssd nvme Sata da “BEN” 256GB, che ho rapidamente aggiornato con uno PCi-e da 1TB, cosa che probabilmente mi ha creato qualche grattacapo in seguito, ma ci torniamo dopo.

Doppia batteria presente all’interno della tastiera, dunque autonomia altissima. Credo eguagli quella di un chromebook odierno, e ciò nonostante le batterie erano comunque un po’ usurate.

La modularità e la facilità con il quale si possono sostituire i vari componenti non è cosa da poco, la scocca è tenuta da 5 viti e da i classici gancetti che si staccano con relativa poca resistenza.

Dopo averlo ben pulito, provato a ridurre un po’ i graffi sulla scocca con una pasta lucidante e sostituita la tastiera con una araba, di fatto l’unica disponibile, a buon prezzo, (e che non avesse layout strani come QZERTY O AZERTY) ed opportuni stickers per ripristinare la posizione delle nostrane lettere accentate, mi accingo ad installare una qualsiasi distro linux, poiché desideravo far pratica e distaccarmi un po’ dall’ambiente Windows, che uso comunque tutti i giorni tra PC dell’ufficio e PC da gaming di casa.

Installiamo Linux

Ricordate che poco prima parlavo di grattacapi annessi all’SSD?

Bene: Ho scoperto a mio malgrado che Ubuntu non digerisce l’Intel Rapid Storage (o Intel RST per gli amici), una soluzione che dovrebbe aumentare prestazioni e affidabilità, ridurre il consumo energetico ecc… largamente sfruttato su ambiente Windows.

Ma non era solo un problema di Ubuntu, anche altre distro presentavano lo stesso problema.

E che ci vuole? Fila nel bios e disattivalo, no?

Normalmente dovrebbe essere una operazione piuttosto semplice, si agisce sul Bios/UEFI, si smanetta un pochino e via.

Se non fosse il Bios di questo PC è striminzito quanto il mio portafogli… ci sono giusto quattro impostazioni in croce e nessuna di esse ti permette di agire su questa funzione.

Esperienza con Windows

E va bene, ci arrendiamo a Windows 10, che comunque girava piuttosto bene, dopotutto erano laptop che uscivano di base con Windows 8, dunque la cosa poteva solo che migliorare.

Il pc comunque era perfettamente utilizzabile, task di base quali video su youtube, scrittura, navigazione funzionano ben…MI DIMENTICO DI DISATTIVARE L’AGGIORNAMENTO AUTOMATICO A WINDOWS 11.

PANICO.

Con Windows 11 l’esperienza era diventata incubo, l’unica cosa rapida è l’avvio del pc che tutto sommato non è male (parlo del boot eh, dopo l’autenticazione si piglia comunque il suo bel tempo nonostante l’SSD) ma per il resto è inusabile. Che faccio? Debloatarlo non bastava, inoltre volevo usare Linux ma non potevo.

Reinstallare Windows 10? Nel frattempo mi resi conto che tutto sommato 1TB di storage è veramente troppo per sto PC, ricordo di avere un SSD Sata da 512GB fermo da qualche parte, dunque mi metto di buona lena, sbudello nuovamente il PC e swappo tutto.

Testardo come sono, decisi dunque di riprovare con una distro Linux.

L’unico che non provai fu proprio Mint, lo schiaffo in una chiavetta (con il settaggio per i bios più vecchiotti attivo, altrimenti non la rilevava manco a pagarla) e, guarda un po’…?

L’installazione va totalmente a buon fine, senza nessun problema.

Qualcuno saprebbe spiegarmi cos’è successo? La colpa era dell’Ssd PCi-e? Oppure Mint è magico?

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